La letteratura indica che, da adulte, molte persone con autismo, si trovano svantaggiate nell’affrontare le varie tappe tipiche della loro fase di vita, ossia l’impiego lavorativo, le relazioni sociali (amicali e sentimentali), la salute sia fisica che mentale e la Qualità di Vita.
Le stime sulla frequenza del Disturbo dello Spettro Autistico (ASD) sono in continuo aumento (Centers for Disease Control and Prevention, 2019), come dimostrato da vari studi epidemiologici condotti in diverse parti del mondo, che concordano nell’attribuire alla prevalenza di tale disturbo una stima superiore all’1%. Per quanto concerne la situazione nel nostro Paese, la prevalenza del Disturbo nei bambini italiani, è stimata a 1 bambino su 77, con una frequenza 4,4 volte maggiore nei maschi (Ministero della salute, 2022).
La storica associazione a categorie diagnostiche infantili fa sì che tale disturbo venga difficilmente riconosciuto nei soggetti adulti e, pertanto, non trattato adeguatamente (Vagni, 2015). Nonostante ciò, l’ASD non è un disturbo limitato all’età evolutiva, bensì una condizione del neurosviluppo che dura per l’intero arco di vita della persona, pertanto, i bambini con Autismo, da grandi non potranno far altro che diventare degli adulti con Autismo, in quanto le caratteristiche proprie della condizione autistica si mantengono centrali anche nei soggetti adulti. Ne consegue, quindi, che le stime sulla diffusione dell’ASD sono simili tra i bambini e gli adulti.
Gli studi dimostrano che le persone autistiche vivono grandi sfide e difficoltà durante la loro transizione verso l’età adulta e che queste non sono sufficientemente sostenute dai servizi disponibili per loro. Diverse ricerche, infatti, si sono soffermate sul fatto che, nonostante l’aumento delle sfide (vita indipendente, inserimento lavorativo, relazioni interpersonali, i ragazzi con ASD che raggiungono la maggiore età si ritrovano a dover affrontare un’improvvisa diminuzione dei servizi erogati dallo Stato. Sebbene la clinica e la ricerca si stiano muovendo molto per sviluppare interventi sempre più efficaci e precoci per i bambini con ASD, questo non costituisce una scusa per non agire anche con gli adulti che presentano la stessa condizione. L’aumento delle opportunità educative per i minori non si traduce, infatti, necessariamente in migliori risultati negli adulti; al contrario, spesso la scarsità di supporti in età adulta è associata a cattivi out come sia in termini clinici, che di funzionamento adattivo, che di Qualità della vita.
I bisogni di salute insoddisfatti degli adulti con ASD, la mancanza di servizi e di interventi mirati, individualizzati e specifici per l’età, e l’aumento dei tassi di prevalenza negli anni contribuiscono ad aumentare il carico di malattia sulle stesse persone mentre invecchiano, sulle loro famiglie e sulla società. C’è, quindi, un urgente bisogno di migliorare la cura delle persone con ASD lungo l’intero arco di vita, in modo da evitare che i giovani adulti (e le loro famiglie) perdano l’assistenza sanitaria in un momento così importante e vulnerabile, quale la transizione dai sistemi sanitari ed educativi per i minori a quelli per gli adulti.